No alla #grexit.

Una pistola alla tempia del popolo greco. Questo è il referendum che domenica sancirà la volontà popolare rispetto alle richieste che l’UE ha ratificato al governo ellenico. Lo scaricabarile di un leader europeo mascherato da democrazia partecipativa toglie alla politica una funzione essenziale: quella di prendersi la responsabilità delle azioni che promuove. OXI o NAI, un no o un sì su una questione complessa che ha radici profonde come la gestione economica di un paese che produce poco, ha speso molto e male nella sua storia non si può chiedere ad un popolo fiaccato ed impaurito. E la questione non si limita al limite di prelievo, alle auto in garage ed al boom delle carte di credito di questa settimana. Il dramma greco, che si è consumato in questi anni, è legato al rapporto con l’ Europa dei banchieri e delle élite economiche. Jean-Paul  Fitoussi ne dà una lettura chiara in un intervista a Repubblica: “C’è una teoria di base, che viene insegnata alle scuole medie, che dice che quando hai un forte credito non ha senso accanirsi sul debitore per spillargli per intero quanto dovuto, perché così si finisce con l’ottenere niente”.

Dall’altra parte non si possono avere toni assolutori per i governi greci che si sono susseguiti in questi anni. Incastrati dalla crisi di liquidità dovuta anche allo strapotere finanziario esercitato dai grandi gruppi bancari, non hanno costruito le basi per un reale ammodernamento del paese che doveva partire dalla riforma del sistema giudiziario, necessario anche in Italia, previdenziale, istituzionale e fiscale.

La speranza è che questo sia un altro capitolo di una trattativa che ci riguarda da vicino perchè, come nella vicenda delle quote sui migranti che entrano in Europa, dobbiamo ancora misurare quanto le istituzioni europee riescano ad interpretare la solidarietà tra popoli come elemento fondante delle politiche continentali.

Pagheranno i più deboli, comunque vada, ancora una volta. Pregando che la “linea di fuoco” non si sposti ad ovest dove, in caso di grexit, si potrebbero scatenare gli appetiti speculatori di chi non guarda in faccia nessuno.

Voterei NAI, sono sincero. Più per realpolitik che per convinzione che tutto quello che si poteva fare per evitare questa brutta pagina di democrazia si sia realmente fatto. Ed è penoso ascoltare i profeti dell’ “andate avanti voi, che poi arriviamo”. Quelli che speculando sull’ipotesi della Grecia fuori della UE economica, portano acqua al mulino dell’incertezza sul futuro di milioni di persone.

greciafame

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