Archivio mensile:Maggio 2016

Europa: una strada per realizzare le proprie idee. 

di Giacomo Carta – Coordinamento Nazionale GA
La parola crisi viene utilizzata da anni ormai per definire un periodo, il nostro, di scarse risorse finanziarie. È una parola che evoca sfiducia e scoraggiamento ed è stata utilizzata tante volte (e continua ancora ad esserlo) come deterrente e scusante per giustificare l’impedimento nel creare e realizzare. Non è semplice lavorare in un contesto sociale nel quale la crisi è diventata, ormai, uno stato mentale che genera immobilità, dobbiamo però dimostrare ai nostri giovani che le risorse ci sono, sono tante, spetta a noi imparare a catturarle ed a gestirle in modo da poter trovare la libertà di pensare e fare proposte che diano nuovamente occasioni concrete, fiducia e coraggio. Un ottimo strumento per ripartire è indubbiamente l’Europa, che ancora sentiamo lontana ma che ci mette a disposizione tante opportunità mediante diversi programmi. Il problema di fondo è la poca informazione, infatti nonostante le risorse siano stanziate, non tutti sanno che esiste un programma che si chiama Garanzia Giovani, che offre diverse misure di inserimento lavorativo, che esiste un programma europeo creato per stimolare l’imprenditorialità chiamato Erasmus per Giovani Imprenditori e che ogni giorno in tutta Europa migliaia di ragazzi partecipano a progetti di mobilità, formazione e scambi internazionali attraverso il programma Erasmus+. Garanzia Giovani per certi aspetti non ha funzionato come avrebbe dovuto però è una risorsa che va comunque divulgata ed utilizzata perché permette ai giovani inoccupati dai 15 ai 29 anni di poter aumentare la propria “occupabilità” e di giocarsi le proprie carte nel mercato del lavoro. Il programma Eramus+, invece, offre la possibilità di partire, conoscere nuove culture, confrontarsi con coetanei stranieri e condividere con loro nuove esperienze; è stato ideato con lo scopo di aumentare le competenze e le capacità dei partecipanti ai progetti da una parte e rafforzare le partnership tra associazioni ed enti in tutta Europa dall’altra. All’interno del programma un’esperienza importante e che potrebbe essere significativa è lo SVE, il Servizio di Volontariato Europeo che permette ai giovani sino ai 30 anni di impegnarsi nel volontariato per un massimo di 12 mesi, in un Paese diverso da quello di residenza e praticamente a costo zero. L’esperienza accresce la solidarietà tra i giovani ed è un vero “servizio di apprendimento”, infatti, oltre ad operare a favore delle comunità locali, i volontari acquisiscono nuove capacità e lingue, entrando in contatto con nuove culture. I giovani delle Acli, quindi, devono solamente rimboccarsi le maniche, formarsi e farsi portavoce per poter diffondere, attraverso il sistema capillare dei territori, queste opportunità, rendersi protagonisti e dare un contributo importante affinché il termine “crisi” cessi di essere uno spauracchio ed inneschi un meccanismo che dia nuova linfa e speranza alle giovani generazioni.

 

 

Antimafia a pezzi: Pino Maniaci & Mister Hyde

di Giulio Seminara – vicepresidente Giovani delle ACLI

Non ho mai seguito Pino Maniaci, figuriamoci conosciuto, perché la sua Telejato così grottesca fino all’ espressionismo mi ricordava i film di Ciprì e Maresco ma senza ironia  ed estetica, i suoi luridamente retorici comizi per strade brutte brutte e sporche sporche con gentuzza & gentaglia hanno anticipato Maccio Capatonda e la sua UnRealTV mentre le sue volgari intemerate e gli anatemi urlati contro “Matteo Messina Soldino” & co a telecamera fissa a bassa definizione lambivano Wanna Marchi e Andrea Diprè piuttosto che il brillante e sfortunato Peppino Impastato. Eppure era uno onesto, quel censore naïf da paesazzo sperduto e maledetto senza le fortune cinematografiche e mitologiche del più celebre Corleone, quel segugio così abituato alle miserie senza nobiltà e gli ordinari orrori della provincia-veleno di Palermo Capitale Avvelenata da averci fatto il naso e overdose, per saperlo poi fiutare e stanare, che si nascondesse sotto il culo di un sindaco, di un assessore, di un magistrato o sotto il tavolo di un appalto, di un convegno di imprenditori rampanti o dell’antimafia di cui diceva, rozzamente come di tutto il resto, peste e corna, agitando una sigaretta al posto della Colt sotto la non bella e navigata faccia scavata da anti-divo che non poteva essere la forza dell’ispettore Challagan e neanche lo scomodo talento social-letterario di Peppe Fava, ma un segugio da inchiesta e protesta, un rumoroso rompipalle e un moralizzatore da strapaese si. E questo alla Sicilia pezze al culo e ai giovani siciliani che nella disperazione si attaccano a tutti i simboli che trovano, bastava e avanzava ed era tutto un Pinuccio Pinuccio, Telejato nuova RadioAut e marce, conferenze, cortei e baci di solidarietà, dalle scuole ai teatri, tutto un applauso oltre la Sicilia e l’ Italia. Perfino quel furbissimo di Renzi ci é cascato, venendo definito “stronzo” e portatore di sfiga da Pinuccio che al telefono era tutta un’ altra persona mentre minacciava, insultava, si gloriava e si toccava le palle. E quindi i cani impiccati come terrificanti moniti della Cosca al nostro, in realtà erano un semplice – benché violento ma siamo nella provincia avvelenata – avvertimento del marito-fidanzato dell’amante di Pino, la stessa spettatrice semi-silenziosa delle vanterie di Pino, l’altro quello del telefono, che minacciava, estorceva, ricattava, teneva in pugno i suoi nemici giurati della Tv e otteneva e fotteva di tutto un merdoso po’, soldi, rispetto, paura, fama, forse la scorta, ancora soldi, certamente solidarietà e la telefonata di “quello stronzo” di Renzi e contratti pubblicitari. E un posto in comune, grazie e presso l’odiato sindaco, collusissimo nemico pubblico al Tg, proprio per l’ amante silente a cui bisogna chiedere, perché forse é ora che parli anche lei, di quale Pino Maniaci si fosse innamorata, se del canuto erede di Peppino Impastato, il duro & puro, il rozzo microfono della verità, l’ anomalo siciliano che fa “antimafia gratis e per passione” più idealista e indomito di Don Chisciotte a Natale che le redazioni nazionali ed estere hanno per anni celebrato come eroe o del Pino Maniaci bis e telefonico, quello delle mazzette, dei ricatti, delle sceneggiate e dell’esasperata vanagloria mafiosa? In pratica in quel di Partinico è andata in scena una intensa e riuscitissima pièce del celebre romanzo di Stevenson, con il Pino Maniaci telefonico versione inquietante e spregiudicato Mister Hyde. E noi siciliani quante Antimafie abbiamo conosciuto in questi anni? Quanti sapienti e innovativi Dottor Jeckyl candidati ed eletti per poi fare i pazzi, quanti sedicenti Batman colti con le mani nella marmellata e quanta ipocrisia nei convegni stanchi e nelle malfrequentate commemorazioni agli eroi? Ma questa fase siciliana di crisi dell’antimafia non é mica Platone e il “chi controlla i controllori ?” e neanche un illusionismo ontologico postpirandelliano, figuriamoci, é solo una “montagna di merda” per dirla alla Peppino a cui, e insieme a lui, gli altri, riconsegniamo tristemente il vestito dell’eroe, del giornalismo sia in forma di scrittura ma appunto di radio e tv, traditi dall’ennesmo simbolo e dall’altro “eroe caduto”.
Pino, per uscircene con una battuta tanto ci resta solo la farsa, forse dovevi vederti Batman: “o muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo” nel senso che forse la miseria di provincia, le spese, la voglia di stupire e accontentare una donna, le telecamere fisse e le interviste e una grondante e volgare loquacità senza contraddittorio e un’ adolescenza con pochi libri sul comodino ti logorano fino a farti cambiare copione. Abbiamo scherzato, arrivederci Pino Ciao, Telejato non abita più qui, oggi era già chiusa e tu sparito con tutto il tuo fumo addosso, le sigarette e i baffoni. Peccato per i tantissimi ragazzi traditi e per i due cani, quelli uccisi e impiccati davvero. Per una banale storia di corna passata per martirio mafioso. Amarezza.