di Giacomo Carta – Coordinamento Nazionale GA
La parola crisi viene utilizzata da anni ormai per definire un periodo, il nostro, di scarse risorse finanziarie. È una parola che evoca sfiducia e scoraggiamento ed è stata utilizzata tante volte (e continua ancora ad esserlo) come deterrente e scusante per giustificare l’impedimento nel creare e realizzare. Non è semplice lavorare in un contesto sociale nel quale la crisi è diventata, ormai, uno stato mentale che genera immobilità, dobbiamo però dimostrare ai nostri giovani che le risorse ci sono, sono tante, spetta a noi imparare a catturarle ed a gestirle in modo da poter trovare la libertà di pensare e fare proposte che diano nuovamente occasioni concrete, fiducia e coraggio. Un ottimo strumento per ripartire è indubbiamente l’Europa, che ancora sentiamo lontana ma che ci mette a disposizione tante opportunità mediante diversi programmi. Il problema di fondo è la poca informazione, infatti nonostante le risorse siano stanziate, non tutti sanno che esiste un programma che si chiama Garanzia Giovani, che offre diverse misure di inserimento lavorativo, che esiste un programma europeo creato per stimolare l’imprenditorialità chiamato Erasmus per Giovani Imprenditori e che ogni giorno in tutta Europa migliaia di ragazzi partecipano a progetti di mobilità, formazione e scambi internazionali attraverso il programma Erasmus+. Garanzia Giovani per certi aspetti non ha funzionato come avrebbe dovuto però è una risorsa che va comunque divulgata ed utilizzata perché permette ai giovani inoccupati dai 15 ai 29 anni di poter aumentare la propria “occupabilità” e di giocarsi le proprie carte nel mercato del lavoro. Il programma Eramus+, invece, offre la possibilità di partire, conoscere nuove culture, confrontarsi con coetanei stranieri e condividere con loro nuove esperienze; è stato ideato con lo scopo di aumentare le competenze e le capacità dei partecipanti ai progetti da una parte e rafforzare le partnership tra associazioni ed enti in tutta Europa dall’altra. All’interno del programma un’esperienza importante e che potrebbe essere significativa è lo SVE, il Servizio di Volontariato Europeo che permette ai giovani sino ai 30 anni di impegnarsi nel volontariato per un massimo di 12 mesi, in un Paese diverso da quello di residenza e praticamente a costo zero. L’esperienza accresce la solidarietà tra i giovani ed è un vero “servizio di apprendimento”, infatti, oltre ad operare a favore delle comunità locali, i volontari acquisiscono nuove capacità e lingue, entrando in contatto con nuove culture. I giovani delle Acli, quindi, devono solamente rimboccarsi le maniche, formarsi e farsi portavoce per poter diffondere, attraverso il sistema capillare dei territori, queste opportunità, rendersi protagonisti e dare un contributo importante affinché il termine “crisi” cessi di essere uno spauracchio ed inneschi un meccanismo che dia nuova linfa e speranza alle giovani generazioni.