Il primo maggio è la festa di tutti i lavoratori e noi delle Acli, organizzazione di lavoratori, sentiamo l’importanza di una giornata che oltre la retorica è importante perché testimonianza oggi di un passato lontano cronologicamente, ma attualissimo. Perché essere orgogliosi di festeggiarlo? Perché ogni persona che lavora prova sulla propria pelle una dignità che è frutto delle rivendicazioni dei propri padri, delle grandi questioni del mondo del lavoro affrontate con coraggio e orgoglio anche da esponenti aclisti. Allora una giornata può essere simbolo di una lucida cognizione della propria dimensione che vuole il lavoro tagliato sulla pelle della persona, sulla sua umanità e l’umanità, cresciuta nell’educazione al lavoro, migliorata nell’etica del vivere di diritti.
I diritti sul lavoro, la lotta giornaliera affinché il lavoratore viva questa dimensione umana dignitosamente, sono beni che un aclista conosce e affronta nella dialettica quotidiana. I Giovani della Acli, i giovani, sono immersi nella fase epocale di una transizione dei valori del lavoro che sono fortemente a rischio, crediamo che un impegno costante e deciso sia fondamentale perché queste conquiste siano sempre attuali e non cedano a logiche che corrispondono ad una cultura del lavoro miope e inopportuna. Sappiamo che il mondo del lavoro, chiamato “mercato”, offre forse delle merci più che dei lavoratori, non possiamo che sperare nella riuscita morale di un processo di umanizzazione e di costante tensione al bene comune che solo una stagione di diritti può offrire