Non è facile trovare le parole giuste per condividere ciò che ognuno di noi vive in questi giorni.
La vita di ognuno di noi è stata stravolta, ci riscopriamo più fragili e cerchiamo in tutti i modi di affrontare al meglio questa situazione. Dobbiamo imparare a “collaborare in isolamento” rispettando regole che ci impediscono di dare un minimo di normalità alla nostra vita.
Ma purtroppo la relatà dei fatti è che non c’è possibilità di uscire da questa crisi senza stravolgere a pieno le esistenze di ciascuno e spero davvero che tutti possano comprendere a pieno la necessità di sacrificare le proprie priotà per un bene più grande, che è il bene comune. Siamo troppo abituati a vivere il nostro “orticello”, a focalizzarci sui nostri bisogni e molti di noi faticano a vedere quanto, il benessere comune, ora più che mai, ha un riscontro concreto e spesso brutale sul singolo.
Vivo in quarantena da due settimane e purtroppo la mia casa non si affaccia su altri balconi, non ho cantato coi miei vicini l’inno nazionale, non ho appeso nessun arcobaleno. Approfitto di questo tempo per coltivare i miei hobby, lavorare dal pc e vivere una lunga domenica in casa fatta di pasta al forno e film.
Troppo spesso però la mia mente indugia sulla mia famiglia in Puglia, troppo lontana da me, come sempre del resto, che mi manca e per cui sono preoccupata ogni giorno di più. Troppo spesso la mia mente indugia sulla polvere che si sta accumulando sui miei giochi da tavola e sul set di calici, perchè di ospiti e amici in casa mia non ce ne sono e non ce ne saranno per un pò.
Penso a tutti gli sforzi professionali fatti negli anni che sembrano pronti a sgretolarsi e diventare polvere.
Ad ognuno di questi pensieri pensieri malinconici seguono circa dieci passi. Quelli che mi servono per arrivare alla finestra della camera da letto e affacciarmi al giardino dei vicini. Una graziosa e grande famiglia. A volte ci sono i bambini che giocano, qualcuno legge un libro o sistema le piante. Io assaporo l’odore di erba tagliata, il calore del sole e il vento leggero sulla pelle, il ronzio di qualche ape che gironzola attorno al mandorlo sotto di me. E tutto sembra più facile, meno perso.
Ma ad ognuno di noi viene chiesto di fare delle rinunce. Vi prego fatele.
La mente di ognuno di noi indugerà su qualcosa di negativo. Voi affacciatevi da una finestra e godete dei raggi del sole.
#iorestoacasa però fatelo anche voi.
Alessia Balducci
(Giovani delle Acli di Perugia)