Archivio mensile:febbraio 2022

BANDIERE PER LA PACE

La #PACE unisce il mondo sotto un’unica bandiera. Quella della fratellanza, della giustizia e della prosperità.

Come Acli – Associazioni cristiane lavoratori italiani e GA invitiamo i Giovani, tutte le realtà della rete #Acli, i soci, le Associazioni, le Istituzioni Nazionali e i cittadini tutti ad esporre la bandiera della PACE fuori delle proprie case, sedi e luoghi di lavoro.

Fotografiamola e postiamola sui social perché i messaggi di PACE di ciascuno di noi si sommino a quelli di una moltitudine di persone convinte che la guerra non sia mai la soluzione perché senza la PACE non esiste nessun tipo di sviluppo.

#AcliForPeace#GiovanidelleAcli

Diritto e biopolitica

Sabato 19 febbraio si è tenuto, in Chiesa del Gesù a Roma, il primo incontro del nuovo percorso di formazione politica della Comunità di Connessioni: Biopolitica e coscienza. Nuovi orizzonti di libertà.

Oltre 70 ragazzi da tutta Italia, esperienze, storie e volti diversi, ma accumunati dal desiderio di fare rete e crescere affrontando temi fondamentali per la vita politica e democratica del Paese.
A fare gli onori di casa Padre Francesco Occhetta, gesuita e fondatore del percorso, il quale ha introdotto i lavori invitando a generare un desiderio di un processo di fraternità e chiedere a Dio il dono di un cuore capace di discernere bene dal male per fare giustizio, citando Re Salomone.

Segue l’intervento della Ministra della Giustizia Marta Cartabia, una vera e propria riflessione sulla giustizia.

In primis, la sua (non) definizione.

La Ministra ricorda il legame con la Politica, così come immortalato nel capolavoro dell’allegoria del buon Governo, a Siena. Il primo spunto forse è proprio riconoscere di non avere una risposta definitiva, quanto riconoscere un percorso, una domanda.

Il senso di giustizia e ingiusta lo ritroviamo nella nostra esperienza più che in un concetto astratto. La riflessione sull’ingiustizia muove prima di tutto da un’esperienza di mancanza e privazione. Forse è questa mancanza che ci muove verso una ricerca, un grido che non si riesce a contenere. È il caso della parabola del giudice iniquo e della vedova importuna.

Il Codice di Hammurabi non è un insieme ordinato di articoli, contiene, invece,  una serie di risposte alle ingiustizie. Il fulcro è la legge del taglione, la prima reazione è quella più umana, una reazione istintiva.

La Ministra ha voluto comunque suggerire una via di risposta, proponendo la tragedia delle Eumenidi nel quale viene segnato un passaggio di civiltà. Brevemente: Agamennone sacrifica la figlia per assicurarsi il successo in guerra, la moglie attende il suo rientro da Sparta, lo accoglie trionfalmente e infine lo uccide. Oreste, il figlio sente di vendicare il padre e uccide la madre. Vi è uno scontro tra le Errini e Apollo, Atena si proporrà quale giudice imparziale. Per via della complessità della controversia viene costituito un collegio di 12 persone. Occorre fermare l’intinto alla vendetta: viene impostato tutto sul dia-logos, sulla persuasione, sull’argomentazione, sull’ascolto delle ragioni dell’uno e dell’altro, prima di arrivare alla decisione finale. Ciò impedisce reazioni repentine, tuttavia l’esito non è netto:  6 a 6. Infine, prevvarrà il voto di Atena.

Questa tragedia ci testimonia come Per questo la giustizia sia prima di tutto prudenza, basata su punti di vista. L’esito è disorientante, ma alla base resta l’ampia discussione, il discernimento, la complessità di quanto non sia nitida la differenza tra bene e male

Inoltre, “senza la prospettiva di un oltre, di una risposta che sta al di là nella nostra umana capacità, la giustizia è impossibile. La domanda di giustizia di ognuno è incommensurabile davanti alla doverosa risposta che la giustizia umana può offrire.  È l’intrinseca imperfezione della risposta umana.

La Tirannia nasce dalla hybris, nasce dalla non consapevolezza dei proprio limiti. Il tiranno diventa tale perché è accecato, non ha più senso del suo limite. La Giustizia deve evitare tutto questo, non può essere tiranna.

La consapevolezza del proprio limite è essenziale per non perdere di vista quella necessità di un Oltre. Ciò non è una resa, non è arretrare, ma è un motore di una creatività permanente di forme sempre nuove di giustizia.

Nella Giustizia, ma anche in Politica.

Infatti, la politica non è il regno degli assoluti, ma del rinnovamento continuo.

Questo serve alla Ministra per riportare il suo lavoro da membro del Governo, in particolare sullo stato di avanzamento delle Riforme da lei portate avanti. Infatti, anche in Politica serve ricordarsi che non esiste il tutto subito, non dobbiamo avere paura di lasciare qualcosa di incompiuto.

Ma non bisogna pentirsene, ciò che resta da fare lo faranno altri, mentre ciò che trovi come punto di partenza arriva da un lavoro precedente.

La Ministra ricorda le parole di Joseph Ratzinger in occasione di una celebrazione liturgica per i deputati cattolici del Parlamento tedesco nel 1981.

“Essere sobri ed attuare ciò che è possibile, e non reclamare con il cuore in fiamme l’impossibile, è sempre stato difficile; la voce della ragione non è mai così forte come il grido irrazionale. Il grido che reclama le grandi cose ha la vibrazione del moralismo; limitarsi al possibile sembra invece una rinuncia alla passione morale, sembra il pragmatismo dei meschini. Ma la verità è che la morale politica consiste precisamente nella resistenza alla seduzione delle grandi parole con cui ci si fa gioco dell’umanità dell’uomo e delle sue possibilità. Non è morale il moralismo dell’avventura, che intende realizzare da sé le cose di Dio. Lo è invece la lealtà che accetta le misure dell’uomo e compie, entro queste misure, l’opera dell’uomo. Non l’assenza di ogni compromesso, ma il compromesso stesso è la vera morale dell’attività politica”.

Inoltre, la Ministra, rispondendo alla domanda del nostro coordinatore nazionale Simone Romagnoli sul ruolo delle associazioni, ha avuto modo di riportare quanto l’associazionismo sia parte fondamentale del percorso verso la Giustizia. In particolare nelle carceri, dove diverse realtà si occupano di fornire vestiti, materiale, proporre attività culturali. Ma il problema è alla radice: ci sono realtà dove la criminalità ha carattere capillare, sociale, assistenziale che facilmente va ad intercettare il disagio.

Simone ha poi chiesto: cosa può fare l’associazionismo? Proporre qualcosa di più bello, alto, vero.

E il terzo settore dispone di tante realtà che promuovono questo, occorre solo unire i puntini per rappresentare quello che è un disegno bellissimo.

Infine, la plenaria si è suddivisa in gruppi di lavoro per affrontare il tema della Libertà, quale concetto chiave nella biopolitica.

Ogni gruppi ha individuato 5 parole collegate alla Libertà, riconsegnandole, successivamente, all’Assemblea.

Dietro a ciascuna parola: riflessioni, confronto, storie. Sono queste che hanno meglio delineato la consapevolezza della Libertà: scelta, discernimento, bilanciamento, uguaglianza, mutevolezza, cammino, espressione.

Grazie alla Comunità di Connessioni per questo importante momento di crescita

Approvazione del BONUS PSICOLOGO

Approvato nella notte il tanto discusso “bonus psicologico” che, finalmente, diviene realtà.

Come Giovani delle Acli alcune settimane fa abbiamo sottolineato l’importanza di questo strumento a seguito della pandemia, soprattutto per il mondo giovanile.

Il consenso unanime da parte di tutto l’arco parlamentare è sicuramente una notizia confortante, nella speranza che sia il punto di partenza per una strada verso la consapevolezza concreta che la Salute Mentale è Salute, e deve essere tale.

IL “BENE COMUNE YOUNG”

Parte il percorso formativo dal titolo “Bene Comune Young Edition” pensato dai Giovani delle Acli di Milano

la nuova proposta formativa dei Giovani delle Acli di Milano rivolta ai ragazzi dai 17 ai 25 anni.

Il percorso prevede incontri di approfondimento e testimonianze con magistratiamministratori locali e parlamentari per approfondire il concetto di bene comune ed avere un confronto diretto con persone che si impegnano nel suo conseguimento.

I partecipanti proveranno ad essere per un giorno amministratori pubblici, simulando l’attività delle assemblee elettive. La simulazione del Parlamento si terrà a Roma dopo una visita al Senato della Repubblica.

Alla conclusione del percorso sarà possibile conoscere da vicino le istituzioni europee e partecipare all’Agorà che organizzeremo come Giovani delle Acli a Bruxelles per fine novembre, al termine del Percorso Europeo che inizieremo a marzo 2022 legato all’Anno Europeo dei Giovani

“Bene Comune Young – spiegano i promotori – vuole essere un’esperienza di cittadinanza attiva non solo avvicinandosi allo spirito della Costituzione e delle istituzioni, ma imparandone funzioni e dinamiche da mettere in pratica per costruire un mondo migliore“.

Per maggiori informazioni e iscrizioni (entro il giorno 1 marzo) contattare il gruppo di Milano alla seguente mail: benecomune@aclimilano.com

Covid: la pandemia ha messo a dura prova la salute mentale dei giovanissimi

L’incidenza di disturbi come depressione e ansia è raddoppiata rispetto a prima della pandemia. Tra tv, smartphone, videogame e chat, i ragazzi trascorrono in media nove ore al giorno davanti a uno schermo (Il tempo trascorso da bambini e adolescenti davanti ai device tecnologici è aumentato del 67%).

La tecnologia da una parte ha aiutato i giovani a proseguire gli studi con la didattica a distanza, dall’altra ha contribuito all’isolamento e alla perdita del contatto fisico con l’altro.

Secondo gli esperti, i tassi di depressione e ansia che si registrano sono direttamente correlati alle restrizioni: si impennano quando viene impedita la socialità, quando si deve tornare alla didattica a distanza, quando non si possono coltivare le relazioni con i coetanei. Senza contare coloro che erano già fragili prima del Covid, per i quali la pandemia è stata ancora più difficile da affrontare.

A causa della pandemia aumenta anche il rischio di disturbi alimentari tra i giovanissimi. Lo testimonia una ricerca dell’Università Cattolica che ha coinvolto 482 studenti di 14-19 anni delle scuole superiori dell’Emilia-Romagna. La ricerca ha rivelato che circa il 16% degli adolescenti vive oggi il cibo come un “problema”, con relativo rischio di disturbi alimentari come anoressia o bulimia. Sono aumentati i giovani che non fanno colazione: oltre uno su quattro ha la pessima abitudine di saltare i pasti principali della giornata.

Non possiamo permetterci, come Paese, di lasciare soli questi giovani. Come Giovani delle Acli ci impegneremo ad ascoltarne i bisogni e le problematiche di tutti per costruire un nuovo sistema capace di rimettere al centro la persona e, più in generale, la socialità. Il nostro Paese deve essere capace di accompagnare le giovani generazioni verso il futuro.

Depressione, disturbi alimentari e ansia sono solo alcuni dei temi da affrontare sin da subito per evitare di perdere una fetta importante di ragazze e ragazzi, per evitare di perdere un pezzo del nostro futuro.

Perché tanta violenza?

Serve educare al confronto, non allo scontro.

Colpi sulla testa, sul volto, sangue e violenza. Le cariche indiscriminate della polizia contro gli studenti, che manifestavano pacificamente in tante città italiane, non possono passare sotto silenzio. Lorenzo Parelli è morto a Udine mentre era al suo ultimo giorno di un percorso duale nel settore della meccanica industriale (dalla cronaca accostato all’alternanza scuola-lavoro). Una putrella di ferro gli è precipitata in testa uccidendolo a 18 anni lo scorso venerdì.

La morte di u n ragazzo così giovane in un cantiere, mentre era impegnato in un percorso formativo, ha provocato grande impressione e commozione.

Gli studenti e le studentesse di Roma hanno deciso di non vivere la loro indignazione solo sui social. Domenica scorsa al Pantheon, alla manifestazione autoconvocata in una manciata di ore dai collettivi delle scuole, non c’erano “anarchici e antagonisti”, ma giovani decisi a portare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla morte di uno studente al “lavoro”. Provando ad avvicinarsi al Palazzo, mentre si stavano svolgendo le elezioni del Presidente della Repubblica, le forze dell’ordine hanno risposto con una carica scomposta, con una violenza inaudita e senza un valido motivo, contro un cordone di giovanissimi a mani nude. Il bilancio è di tre studenti feriti, costretti a ricorrere alle cure mediche, tornati a casa la sera con diversi punti. Una gestione dell’ordine pubblico che non ha lasciato spazio a un momento di trattativa con la scelta della Questura di non contenere la piazza ma di allontanarla con determinazione. Voltate le spalle al Parlamento il corteo è poi arrivato sotto la sede del Miur.

A Torino ci sono state tensioni durante la protesta studentesca. Duecento ragazzi hanno organizzato un presidio di contro l’alternanza scuola-lavoro dopo la morte di Lorenzo. Gli studenti, intenzionati a fare un corteo nonostante le restrizioni previste dalla zona arancione, hanno cercato di forzare i cordoni delle forze dell’ordine schierate a bloccare l’intera piazza Arbarello. Ci sono stati alcuni lanci di pietre, uova e bottiglie di vetro a cui la polizia ha risposto con alcune cariche. Ci sono circa 20 feriti di cui due gravi in seguito alle cariche della polizia.

Incidenti sono scoppiati in piazza dei Martiri a Napoli davanti la sede dell’Unione degli Industriali, tra studenti e attivisti dei Centri sociali, che manifestavano per la morte di Lorenzo, e le forze dell’ordine. I manifestanti, alcune centinaia, hanno lanciato vernice rossa sul portone della sede ed hanno tentato di forzare il cordone delle forze dell’ordine. Polizia e carabinieri hanno risposto con una carica. I manifestanti si sono diretti in Piazza Vittoria dove hanno cominciato un blocco stradale e poi si sono incolonnati in corteo lungo via Partenope.

Manifestazione anche a Trento. Una settantina di persone hanno manifestato in via Verdi, contro la legge che prevede l’alternanza scuola-lavoro. L’iniziativa, promossa dall’Unione degli universitari di Trento (Udu) e dalla Rete degli studenti medi, si inseriva nell’ambito della mobilitazione nazionale in ricordo di Lorenzo Parelli.

A Cagliari decine di studenti si sono ritrovati davanti al porto per ricordare il “compagno” e manifestare contro le attuali modalità dell’alternanza scuola-lavoro. Poi la marcia verso piazza del Carmine per portare avanti la voce di Lorenzo Parelli, e per tutte quelle persone morte sul lavoro; sottolineando come “senza tutele né sicurezze gli studenti, durante i progetti svolti, sono abbandonati dalle istituzioni”.

Come Giovani delle Acli crediamo che quanto accaduto a Udine sia una tragedia, ma sia anche sintomo di un sistema sbagliato, da cui emergono due grandi emergenze per il Paese: la questione della sicurezza sul lavoro e la questione formazione (con le conseguenti difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro).

La “demonizzazione” dell’alternanza scuola-lavoro, soprattutto da parte di una certa fetta della politica nazionale, non fa sicuramente bene al mondo della formazione e non aiuta a migliorare uno strumento che se fosse usato nel modo corretto, sarebbe potenzialmente molto importante.

Certo, tanti aspetti sarebbero da migliorare, ma, forse, sarebbe il caso di ripartire dalle tante esperienze positive che da essa sono nate per far sì che siano generative e “contagiose” (termine ormai sempre più usato nel nostro vivere quotidiano).

Non lasciamo che la voce di questi giovani scesi in piazza sia solo “fiato sprecato”, ascoltiamo i bisogni e le problematiche per costruire un nuovo sistema di apprendimento perché, oltre ad una buona scuola, il nostro Paese ha bisogno di una scuola capace di accompagnare le giovani generazioni verso quello che viene dopo e, soprattutto, ha bisogno di adulti capaci di insegnare alle giovani ragazze e ai giovani ragazzi l’importanza del confronto, del dialogo, anche su temi importanti. Far passare il messaggio della violenza e della paura è una strada che non porta a nessuna meta.

E poi, una domanda, perché una condotta muscolare delle forze dell’ordine in dinamiche che spesso vengono gestite con calma e tranquillità? Perché questa paura per poche centinaia di ragazzi?