Sabato 19 febbraio si è tenuto, in Chiesa del Gesù a Roma, il primo incontro del nuovo percorso di formazione politica della Comunità di Connessioni: Biopolitica e coscienza. Nuovi orizzonti di libertà.
Oltre 70 ragazzi da tutta Italia, esperienze, storie e volti diversi, ma accumunati dal desiderio di fare rete e crescere affrontando temi fondamentali per la vita politica e democratica del Paese.
A fare gli onori di casa Padre Francesco Occhetta, gesuita e fondatore del percorso, il quale ha introdotto i lavori invitando a generare un desiderio di un processo di fraternità e chiedere a Dio il dono di un cuore capace di discernere bene dal male per fare giustizio, citando Re Salomone.
Segue l’intervento della Ministra della Giustizia Marta Cartabia, una vera e propria riflessione sulla giustizia.

In primis, la sua (non) definizione.
La Ministra ricorda il legame con la Politica, così come immortalato nel capolavoro dell’allegoria del buon Governo, a Siena. Il primo spunto forse è proprio riconoscere di non avere una risposta definitiva, quanto riconoscere un percorso, una domanda.
Il senso di giustizia e ingiusta lo ritroviamo nella nostra esperienza più che in un concetto astratto. La riflessione sull’ingiustizia muove prima di tutto da un’esperienza di mancanza e privazione. Forse è questa mancanza che ci muove verso una ricerca, un grido che non si riesce a contenere. È il caso della parabola del giudice iniquo e della vedova importuna.
Il Codice di Hammurabi non è un insieme ordinato di articoli, contiene, invece, una serie di risposte alle ingiustizie. Il fulcro è la legge del taglione, la prima reazione è quella più umana, una reazione istintiva.
La Ministra ha voluto comunque suggerire una via di risposta, proponendo la tragedia delle Eumenidi nel quale viene segnato un passaggio di civiltà. Brevemente: Agamennone sacrifica la figlia per assicurarsi il successo in guerra, la moglie attende il suo rientro da Sparta, lo accoglie trionfalmente e infine lo uccide. Oreste, il figlio sente di vendicare il padre e uccide la madre. Vi è uno scontro tra le Errini e Apollo, Atena si proporrà quale giudice imparziale. Per via della complessità della controversia viene costituito un collegio di 12 persone. Occorre fermare l’intinto alla vendetta: viene impostato tutto sul dia-logos, sulla persuasione, sull’argomentazione, sull’ascolto delle ragioni dell’uno e dell’altro, prima di arrivare alla decisione finale. Ciò impedisce reazioni repentine, tuttavia l’esito non è netto: 6 a 6. Infine, prevvarrà il voto di Atena.
Questa tragedia ci testimonia come Per questo la giustizia sia prima di tutto prudenza, basata su punti di vista. L’esito è disorientante, ma alla base resta l’ampia discussione, il discernimento, la complessità di quanto non sia nitida la differenza tra bene e male
Inoltre, “senza la prospettiva di un oltre, di una risposta che sta al di là nella nostra umana capacità, la giustizia è impossibile. La domanda di giustizia di ognuno è incommensurabile davanti alla doverosa risposta che la giustizia umana può offrire. È l’intrinseca imperfezione della risposta umana.
La Tirannia nasce dalla hybris, nasce dalla non consapevolezza dei proprio limiti. Il tiranno diventa tale perché è accecato, non ha più senso del suo limite. La Giustizia deve evitare tutto questo, non può essere tiranna.
La consapevolezza del proprio limite è essenziale per non perdere di vista quella necessità di un Oltre. Ciò non è una resa, non è arretrare, ma è un motore di una creatività permanente di forme sempre nuove di giustizia.
Nella Giustizia, ma anche in Politica.
Infatti, la politica non è il regno degli assoluti, ma del rinnovamento continuo.
Questo serve alla Ministra per riportare il suo lavoro da membro del Governo, in particolare sullo stato di avanzamento delle Riforme da lei portate avanti. Infatti, anche in Politica serve ricordarsi che non esiste il tutto subito, non dobbiamo avere paura di lasciare qualcosa di incompiuto.
Ma non bisogna pentirsene, ciò che resta da fare lo faranno altri, mentre ciò che trovi come punto di partenza arriva da un lavoro precedente.
La Ministra ricorda le parole di Joseph Ratzinger in occasione di una celebrazione liturgica per i deputati cattolici del Parlamento tedesco nel 1981.
“Essere sobri ed attuare ciò che è possibile, e non reclamare con il cuore in fiamme l’impossibile, è sempre stato difficile; la voce della ragione non è mai così forte come il grido irrazionale. Il grido che reclama le grandi cose ha la vibrazione del moralismo; limitarsi al possibile sembra invece una rinuncia alla passione morale, sembra il pragmatismo dei meschini. Ma la verità è che la morale politica consiste precisamente nella resistenza alla seduzione delle grandi parole con cui ci si fa gioco dell’umanità dell’uomo e delle sue possibilità. Non è morale il moralismo dell’avventura, che intende realizzare da sé le cose di Dio. Lo è invece la lealtà che accetta le misure dell’uomo e compie, entro queste misure, l’opera dell’uomo. Non l’assenza di ogni compromesso, ma il compromesso stesso è la vera morale dell’attività politica”.
Inoltre, la Ministra, rispondendo alla domanda del nostro coordinatore nazionale Simone Romagnoli sul ruolo delle associazioni, ha avuto modo di riportare quanto l’associazionismo sia parte fondamentale del percorso verso la Giustizia. In particolare nelle carceri, dove diverse realtà si occupano di fornire vestiti, materiale, proporre attività culturali. Ma il problema è alla radice: ci sono realtà dove la criminalità ha carattere capillare, sociale, assistenziale che facilmente va ad intercettare il disagio.
Simone ha poi chiesto: cosa può fare l’associazionismo? Proporre qualcosa di più bello, alto, vero.
E il terzo settore dispone di tante realtà che promuovono questo, occorre solo unire i puntini per rappresentare quello che è un disegno bellissimo.


Infine, la plenaria si è suddivisa in gruppi di lavoro per affrontare il tema della Libertà, quale concetto chiave nella biopolitica.
Ogni gruppi ha individuato 5 parole collegate alla Libertà, riconsegnandole, successivamente, all’Assemblea.
Dietro a ciascuna parola: riflessioni, confronto, storie. Sono queste che hanno meglio delineato la consapevolezza della Libertà: scelta, discernimento, bilanciamento, uguaglianza, mutevolezza, cammino, espressione.
Grazie alla Comunità di Connessioni per questo importante momento di crescita