Archivio mensile:marzo 2022

A Gavoi alla scoperta del volontariato e della cittadinanza attiva

Dal 31 marzo al 2 aprile presso l’hotel Taloro di Gavoi si terrà il Camp Giovani di Acli Sardegna dedicato agli under 32. Sarà un momento di formazione per capire l’importanza del mettere sé stessi al servizio degli altri e comprendere e apprezzare il valore del volontariato, dell’associazionismo e della cittadinanza attiva.
Sono infatti questi gli obiettivi del Camp Giovani organizzato dalle Acli della Sardegna nell’ambito del progetto Il Welfare sardo nell’epoca della consapevolezza pandemica cofinanziato dalla Fondazione di Sardegna, epatrocinato anche dai Giovani delle Acli.

Si tratta di un progetto di educazione non formale dedicato a quaranta ragazzi di età compresa tra i 18 ei 32 anni: i giovani vivranno a stretto contatto per tre intense giornate, e avranno l’occasione di confrontarsi con rappresentanti delle istituzioni, del mondo del terzo settore, esperti e volontari. Potranno quindi condividere esperienze virtuose di volontariato e cittadinanza attiva, scoprire nuove modalità di lavoro, partecipato e attivo. Durante il Camp sono previste tre giornate di incontri e tre laboratori tematici.

Al centro degli incontri quotidiani ci saranno le tematiche relative alla cittadinanza attiva, al volontariato, all’associazionismo e alla condivisione di idee per lo sviluppo di progetti sociali utili per le comunità di appartenenza.  Tra gli obiettivi specifici del Camp ci sono l’acquisizione di consapevolezza personale, sociale e politica; una sensibilizzazione generale verso i temi ambientali; lo sviluppo di un senso maggiore di appartenenza al territorio e alla comunità. La tre giorni sarà inoltre l’occasione per conoscere ed entrare in contatto con realtà associative impegnate nelle proprie comunità per promuovere progetti sociali volti al bene comune.

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Bio-Potere

Scenari politici nell’era del bio-potere, questo il titolo del secondo incontro del percorso di formazione politica di Comunità di Connessioni che si è tenuta sempre a Roma in Chiesa del Gesù.

Ospiti d’eccezione il giornalista Marco Damilano e il capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri Antonio Funiciello.

Dal 19 febbraio, data dell’ultimo incontro, è cambiato il mondo. La drammatica vicenda in Ucraina ha caratterizzato l’approccio di questo secondo appuntamento.

Padre Occhetta ha come sempre fornito un’introduzione spirituale invitandoci alla riflessione. “Abitare il silenzio. Contemplare l’azione”. Questo mondo che necessità di essere cambiato, di trovare bontà e giustizia, richiede uno sforzo di ciascuno. Ma questo passa, in primis, rivoluzionando se stessi, guardandosi dentro. Affrontando i propri limiti, ringraziare, ritrovare i valori fondanti.

È per me di gran lunga piú gradevole
osservare le stelle,
che sottoscrivere una sentenza di morte.
È per me di gran lunga piú gradevole
ascoltare le voci dei fiori,
che bisbigliano: « è lui! »,
quando passo per il giardino,
che vedere i fucili,
che uccidono quelli che vogliono
uccidere me.
Ecco perché non sarò mai
e poi mai
un uomo di governo!

Con questa poesia di Velimir Chlébnikov, Funiciello ci richiama all’enorme responsabilità dei governanti. In particolare in queste ore di guerra, dove la biopolitica, ovvero la politica che costudisce la vita, è messa a dura prova. In tal senso, i fatti di cronaca ci mostrano due modi totalmente opposti di raccontare e concepire la leadership politica. Da una parte, il presidente ucraino Zelensky sta trasformando il modo di comunicare con i propri cittadini sfruttando i nuovi mezzi di comunicazione per creare un senso di appartenenza.  Dall’altra, invece, il presidente Putin fa leva su un linguaggio e un modo arcaico e autoritario di relazionarsi con il proprio paese.

Anche nella seconda guerra mondiale i mezzi “ social” venivano utilizzati in modo diverso da Hitler e Roosvelt. Il cancelliere usava parole di morte, il Presidente parole di speranza, di fame di democrazia.

La biopolitica ha portato nella storia la necessità di prendere decisioni difficili, come l’atomica sul Giappone. La pace ha un costo. È un equilibrio precario che richiede ogni sforzo.

Marco Damilano sottolinea un grande limite per la biopolitica: il panorama frammentato contemporaneo. Una società plurale da un aparte è una risorsa per la democrazia, dall’altra la indebolisce nei rapporti verso l’esterno.

Marco Damilano ha sottolineato come nella storia sia nate diverse idee di politica. Una di queste è quella della “inevitabilità della storia”, che comporta una rigida meccanicità dell’agire politico: «la natura ha prodotto il mercato, che ha prodotto la democrazia, che ha prodotto la felicità. Non si può fare nient’altro, bisogna solo assecondare questo movimento», dice Damilano. Dall’altra parte, la “politica dell’eternità” cerca la sua giustificazione in narrazioni millenarie e dal sapore mitologico, che motivano ogni violenza e ogni atrocità. L’individuo si trova schiacciato (e accecato) da questi macigni storici, e si trova sottratto del suo libero arbitrio. Infine, la “politica dell’anti-politica” vuole rompere con il sistema, ribaltando lo status quo. Questa concezione non è in grado di generare un’idea di persona e un’idea di società se non quella di un’illusoria e falsa incorruttibilità, che però non riesce a portare frutti o a costruire il cambiamento sperato.

A queste visioni, Damilano propone un’alternativa: la “politica del cambiamento e della libertà”, ovvero l’unica via per permettere ai fatti di non rimanere sterili accadimenti. Solo così, infatti, la realtà può essere narrata e contestualizzata. Questo approccio si basa sulla consapevolezza di quello che Mounier chiama “l’avvenimento”, ossia il “maestro interiore”. Avvenimento è ciò che accade e che irrompe nelle nostre vite: il nostro compito è riconoscerlo e farlo risuonare a favore della comunità, ancora una volta narrando ciò che ci circonda.

Infine, Damilano richiama quello che deve essere un metodo: il valore della perseveranza, dell’impegno non urlato, secondo Isaia 42:

Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
2 Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
3 non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerà il diritto con fermezza;
4 non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra;
e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.

Successivamente, come da tradizione di Comunità di Connessioni, ci siamo suddivisi in gruppi di lavori per approfondire i tanti spunti emersi e discuterne insieme.

Nascono i Giovani delle Acli di Sondrio

“Pronti e via, si parte!” – afferma la Coordinatrice dei Giovani delle Acli di Sondrio, Samantha Mignacca – che spiega come sono nati e i progetti che stanno portando avanti.
“C’è molto entusiasmo per la nascita dei Giovani delle Acli della provincia di Sondrio.
Giovani rappresentanti da tutti i nostri circoli, Chiavenna, Morbegno, Talamona, Sondrio,
Caspoggio e Alta Valle, vogliono mettersi in gioco per fare qualcosa di buono.
I Giovani delle Acli da sempre, a livello nazionale e locale, promuovono l’aggregazione dei
giovani, al di sotto dei trentadue anni, con percorsi di crescita e di condivisione rispetto
all’impegno civile e alla cittadinanza attiva.
È all’interno dei gruppi che nascono le iniziative e si sviluppano il pensiero e l’elaborazione
delle iniziative che ognuno di voi può proporre.
Vogliamo essere protagonisti del nostro tempo, spendendoci per il nostro territorio e per le
nostre comunità.
Sono diversi i progetti che abbiamo già avviato: il dopo scuola per una Scuola Media a
Sondrio in collaborazione con un Oratorio, allo scopo di aiutare a fare i compiti ma anche allo
scopo di crescere in diversi momenti di socialità; il servizio di assistenza agli anziani presso la
Casa di Riposo di Grosotto, con la finalità di agevolare l’incontro delle famiglie con i propri
cari; i corsi e momenti dedicati allo sport in collaborazione con un altro Oratorio di Sondrio;
musica, skate e corsi per i ragazzi e le ragazze presso il nostro Circolo di Morbegno; la
valorizzazione dei giovani studenti universitari del Circolo di Talamona, e tanto altro.
Quello che vogliamo fare sul nostro territorio spetta a noi definirlo.
Il compito dei Giovani Aclisti è quello di valorizzare noi stessi; perciò, decidiamo di aprirci a
nuove idee, progetti, sogni, e a qualsiasi necessità, per cui c’è bisogno di maggiore
condivisione.”

In bocca al lupo per tutti i vostri progetti!