È iniziata sabato scorso, 2 aprile, alle ore 15 nei locali della sede provinciale ACLI di Via della Signora la “Scuola di italiano per stranieri” dei Giovani delle ACLI di Milano, Monza e Brianza.
I docenti della Scuola sono giovanissimi: ingegneri e avvocati alle prime esperienze lavorative, studenti universitari di giurisprudenza, economia, filosofia e studenti liceali. Tutti tra i 16 e i 25 anni, accomunati dalla volontà di aiutare e prestare servizio.
“Il sorriso negli occhi e la loro immensa gratitudine sono la grande ricompensa per l’aiuto che offriamo. È proprio vero: c’è più gioia nel dare che nel ricevere” osserva Sofia De Gaspari, studentessa dell’Università San Raffaele.
Il progetto “è nato dal basso, da una semplice idea venuta in risposta alla guerra in Ucraina. All’atroce violenza di questi giorni vogliamo rispondere con ponti di pace e di integrazione – afferma il Vice-Coordinatore dei Giovani delle ACLI milanesi Gianluca Ranalli, 21 anni, studente in Università Cattolica e curatore del progetto – la conoscenza della lingua è solo il primo passo, noi come giovanissimi under 25 vogliamo dare il nostro contributo, affermando a gran voce che integrare è possibile”.
La Scuola nasce grazie alla fruttuosa collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio di Milano. Una studentessa proviene dall’Ucraina, “è arrivata a metà marzo da Mykolaïv, fuggendo dalla guerra – ricorda Paolo Bertona della Comunità di Sant’Egidio di Milano. – Ci sono anche tre uomini eritrei arrivati in città a dicembre grazie ai corridoi umanitari dalla Libia”, aventi come partner Comunità di Sant’Egidio e UNHCR, al fine di evitare il traffico illecito di esseri umani e di garantire condizioni di viaggio sicure a persone in condizioni di vulnerabilità.
“Fare rete tra realtà che condividono valori, ideali e un costante impegno sul territorio consente di mettere insieme energie che, come singole associazioni, non saremmo in grado di muovere. – riflette Daniele Garbelli, Coordinatore dei Giovani delle ACLI milanesi – È un buon modo per mettersi a disposizione dell’altro con più efficacia”.